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Giuseppe Di Vittorio è stato il più importante e influente sindacalista del Novecento italiano. Nato a Cerignola (FG) nel 1892, cresciuto nella miseria accanto ai suoi "fratelli" braccianti, divenuto fin da ragazzo il leader del movimento sindacale pugliese, fu deputato dal 1921 al 1924 e convinto antifascista. Costretto all'esilio dalla dittatura, entrato nelle file del PCI egli divenne dal 1930 il Segretario della CGL clandestina. Dopo la caduta di Mussolini fu, insieme al socialista Bruno Buozzi e al democristiano Achille Grandi, il principale artefice della rinascita della CGIL unitaria. Deputato nell'Assemblea Costituente, Di Vittorio lottò con tutte le sue forze, contro l'involuzione del quadro politico nazionale e internazionale della "guerra fredda", per evitare fratture nel sindacato. Purtroppo, il suo sogno unitario si infranse nel momento delle scissioni del 1948-49. Ma egli continuò a difendere strenuamente gli interessi delle classi più povere, elaborando nel 1949 l'idea di un piano del lavoro, avanzando nel 1952 la proposta di uno Statuto dei diritti dei lavoratori e avviando, con l'autocritica del 1955, il rinnovamento del gruppo dirigente e della strategia sindacale. Celebre fu, nel 1956, la sua denuncia dell'invasione sovietica dell'Ungheria. La presente antologia raccoglie una selezione di suoi articoli sulla stampa quotidiana e periodica dal 1944 al 1957.